L’abbazia di Montecassino

Culla del monachesimo.

“L’Abbazia di Montecassino è uno dei luoghi di culto più importanti del Lazio e d’Italia e può essere definita come la culla del monachesimo occidentale.
Nella sua storia millenaria l’Abbazia di Montecassino è stata distrutta per ben quattro volte e sempre ricostruita, pertanto, viene definita come un’opera della fede.

Venne fondata nel 529 da San Benedetto da Norcia, su una zona dove in tempi passati sorgeva un’antica torre e un tempio dedicato ad Apollo.

Nonostante un paganesimo ancora forte, egli ebbe la forza di trasformare un luogo sperduto e isolato in un monastero cristiano ben strutturato, dove ognuno potesse avere la dignità che meritava attraverso il lavoro e la preghiera. Benedetto trascorse la sua vita dedicandosi ai bisognosi e predicando l’accoglienza.

Qui scrisse la storica Regola, con alla base i voti di castità, povertà, obbedienza e l’obbligo del lavoro. Da allora il motto ORA ET LABORA è il principio su cui si fonda il monachesimo benedettino.

L’Abbazia che appare oggi agli occhi di turisti, pellegrini e visitatori è stata riedificata nel corso di un decennio, recuperando tra l’altro una parte dei materiali dalle macerie, rispecchia quello che era l’antico impianto seicentesco.

L’Abbazia dispone oggi anche di un Museo, sorto nel 1980 in occasione delle celebrazioni per il quindicesimo centenario della nascita di San Benedetto e che custodisce tra l’altro una splendida Natività del Botticelli, di una Biblioteca, annoverata tra le 11 biblioteche pubbliche statali dei monumenti Nazionali e di una foresteria.

La Basilica (o Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Benedetto), ricostruita interamente nel dopoguerra secondo le linee architettoniche e decorative sei-settecentesche, fu consacrata nel 1964 da Papa Paolo VI.

La Cripta e la Chiesa Primitiva di San Martino

La Cripta, completamente decorata a mosaico, fu realizzata nel 1544 scavando nella viva roccia della montagna.
Nell’Abbazia di Montecassino c’è anche un’erboristeria dove poter acquistare prodotti e cosmetici realizzati seguendo antiche ricette benedettine.

Nei dintorni dell’Abbazia,  a circa qualche centinaio di metri, è possibile anche far visita al Cimitero Polacco dove sono sepolti i corpi dei 1501 soldati polacchi che persero la vita nei giorni che precedettero la liberazione di Montecassino, avvenuta nel maggio del 1944” (cfr: www.provincia.fr.it).

La valle di Comino
La Via Romantica della Ciociaria.

“Circondata dal sistema appenninico abruzzese e molisano, parzialmente all’interno del Parco Nazionale D’Abruzzo, la Valle di Comino tra borghi, castelli  e laghi è la base ideale per tante attività all’aria aperta come trekking e bike tour e attira gli appassionati di centri storici, monumenti poco noti e antichi sapori. La valle è animata tutto l’anno da tante iniziative culturali tra cui spicca il “Festival delle Storie” e “Atina Jazz”. Partendo da Isola del Liri ad incantare il turista è la spettacolare cascata del fiume Liri che cade in pieno centro storico creando uno scenario emozionante, nei dintorni si raggiunge facilmente Arpino “la citta di Cicerone”con l’Acropoli e un bellissimo centro storico; Sora è la porta della Valle di Comino e del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (il primo parco nazionale italiano). Attraversata dal fiume Liri, Sora ospita molti ed importanti luoghi di culto, che costituiscono un vero e proprio itinerario storico, artistico e religioso. Un prezioso prodotto di questa terra è il tartufo di Campoli Appennino, nelle sue varietà bianco e nero. Da visitare l’Area Faunistica dell’Orso all’interno di una spettacolare dolina carsica, intorno alla quale si sviluppa il paese. All’imbocco della Valle, Broccostella offre l’opportunità di pesca sportiva e ippica.

Si consiglia la visita del centro storico di Alvito con il Palazzo Ducale e le chiese, tra cui il Santuario di S. Mesia e l’assaggio dei famosi torroni artigianali. Alvito è anche conosciuta per il Premio Letterario Val di Comino. Di indubbio fascino anche i centri di San Donato e Picinisco, da cui affacciarsi su uno splendido panorama della Valle e da dove raggiungere boschi e sentieri del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. A pochi km si trova Atina. Il luogo più caratteristico del paese è la piazza nella quale si affaccia il Palazzo Ducale e dove si svolgono numerose manifestazioni culturali e folcloristiche, come il Festival Internazionale del Folklore. Durante l’estate il paese si anima con la presenza di numerosi appassionati di musica, richiamati dal Festival Atina Jazz al quale partecipano i più grandi artisti di fama internazionale.

La Valle di Comino è ben organizzata per le attività all’aria aperta. Per quanto riguarda l’escursionismo, ricordiamo il Sentiero Italia; i sentieri nelle località di Forca d’Acero (San Donato Val di Comino), di Madonna di Canneto (Settefrati), di Prati di Mezzo (Picinisco); non meno affascinanti le Gole del Melfa (Picinisco, Vallerotonda), il Monte Bianco (Villa Latina), il Monte Obachelle (Casalattico, patria di Lord Charles Forte), il Monte Cairo con il castagneto monumentale e la faggeta secolare di Terelle e i boschi ricchi di tartufi di Colle San Magno; l’Area Wilderness di Sant’Elia Fiumerapido e Vallerotonda. Molte le attività di maneggio e di mountain-bike in vari centri della Valle.

Il lago di Posta Fibreno è da sempre frequentato dai subacquei per immersioni con le bombole o in apnea. Il parapendio e il deltaplano sono prerogativa di questa Valle. Non mancano il birdwatching e il più tradizionale pic nic. Fiorente e ben organizzato è l’agriturismo dove gustare i sapori genuini della campagna e della cucina contadina, che vanno dalla trota del Fibreno alle olive, al formaggio, prelibato il pecorino di Picinisco, dal miele ai celebri fagioli cannellini e al Cabernet di Atina” (cfr: “wwwciocairiaturismo.it”).

Gaeta
La perla del Tirreno.

Animata cittadina costiera con poco più di 20.000 abitanti, sorge su una penisola protesa nell’omonimo golfo. Il ricco patrimonio storico-naturalistico fa di Gaeta un centro turistico rinomato e frequentato. Ricchissime sono le testimonianze storico-artistiche e spaziano da un periodo storico che va dall’epoca romana, fino alla seconda metà del 1700.

La città presenta due nuclei storici. Il primo è costituito dal quartiere medioevale di Sant’Erasmo, roccaforte del Regno di Napoli e rifugio di Papi. Quest’area mostra ancora numerosi monumenti sopravvissuti ai bombardamenti dell’ultima guerra mondiale a cominciare dai due Castelli che dominano il promontorio (eretti a partire dal Duecento sulle rovine di una più antica fortificazione e occupati fino a un decennio fa da un carcere, oggi ospitano anche una scuola della Guardia di Finanza) e dallo spettacolare campanile medievale del Duomo alto 57 metri e tra i più belli del Lazio. Presso la bella chiesa dell’Annunziata, trecentesca di fondazione ma dalla facciata rifatta a partire dal 1621, sorge il coevo ex-Ospedale dove sono ospitate una raccolta archeologica e la pinacoteca, dov’è esposto, tra gli altri, il prezioso Stendardo della Battaglia di Lepanto (1571), attribuito a Girolamo Siciolante. Nel Museo Diocesano, attiguo al duomo, sono conservati tre preziosissimi exultet di produzione benedettina, rotoli illustrati in pergamena usati nel Medioevo durante le funzioni religiose e risalenti al mille. Il secondo nucleo storico, Porto Salvo, detto anche il Borgo, anticamente abitato da pescatori, è caratterizzato dalla regolarità di intreccio dei suoi vicoli con la centrale via Indipendenza, frutto di un vero e proprio progetto urbanistico datato agli inizi del XVIII secolo.

Particolarmente apprezzate e frequentate sono le spiagge, che, a partire da quella cittadina di Serapo, corrono per oltre 14 chilometri in direzione Sperlonga offrendo paesaggi di indiscutibile bellezza” (cfr: www.parchilazio.it).

Isole Pontine
L’arcipelago delle meraviglie.

“L’arcipelago delle Isole Pontine, facilmente raggiungibile da Roma, è situato quasi al centro del Mar Tirreno, di fronte alla costa del Laziale, ed è immerso in un mare cristallino con fondali mozzafiato, tali da rendere la vacanza un’esperienza indimenticabile.

Vera e propria perla turistica del Lazio, l’arcipelago rientra nella Provincia di Latina ed è composto da due gruppi di isole: Ponza, Palmarola, Zannone e Gavi a nord-ovest e Ventotene con S.Stefano a sud-est.

Ponza e Ventotene sono le uniche isole abitate; alcuni punti di ristoro sono disponibili a Palmarola, mentre Zannone rientra nel Parco Nazionale del Circeo e S.Stefano ospita l’ex- complesso carcerario borbonico.

Le Isole Pontine valgono bene una gita, già con l’inizio della primavera e fino ad autunno inoltrato: una tranquillità desiderata, un mare sempre incantevole la cui trasparenza permette di ammirare anche in superficie fondali unici; spiagge e calette semideserte; la piacevole sensazione di sentirsi ospiti quasi esclusivi; colori e profumi ed un clima temperato; la possibilità di vivere appieno il calore e l’ospitalità degli abitanti.

Alla mondanità e alla “vivacità” di Ponza e Ventotene, che dispongono di una variegata tipologia di strutture ricettive realizzate in armonia con l’architettura isolana di chiaro sapore mediterraneo, fanno da contraltare la natura selvaggia delle isole più piccole: Palmarola, a poco più di 7 miglia dal porto di Ponza, con la sola possibilità di approdo a Cala di S.Silverio con l’omonima spiaggetta; Zannone, a circa 6 miglia da Ponza, appendice del Parco Nazionale del Circeo, e accessibile solo da Punta del Varo; S.Stefano, a poco più di un miglio marino da Ventotene con cui condivide il riconoscimento di Riserva Naturale Statale” (cfr: www.visitlazio.com).

Minturno
Teatro Romano e Antiquarium di Minturno.

“L’antica Minturnae, importante città degli Ausoni, situata sulla sponda destra del Liri (Garigliano) in prossimità della foce, controllava la via di più facile comunicazone con la Campania. La posizione e la presenza di un porto fluviale ne fecero un centro di mercato in cui arrivavano i prodotti agricoli della pianura e quelli delle zone interne montuose. Alleata ai Sanniti nella lotta contro Roma, fu distrutta insieme ad Ausona e Vescia nella guerra romano-latina.

L’area archeologica di Minturnae racchiude gran parte dei resti dell’antica città-porto: un tratto della via Appia (Decumanus Maximus), costruito in blocchi di lava basaltica; i resti del Foro Repubblicano, del Capitolium (dedicato a Giove, Giunone e Minerva), del Foro Imperiale, del Macellum (mercato), delle Tabernae, del complesso termale del II secolo d.C. e il maestoso Teatro Romano, struttura risalente al I secolo d.C., che accoglieva all’epoca oltre quattromila spettatori.

L’Antiquarium è stato allestito negli spazi sottostanti la cavea del teatro e accoglie sculture, ex voto, statue acefale, epigrafi, monete e numerosi reperti, rinvenuti nel secolo scorso a Minturnae, nel centro urbano di Scauri e nella zona di Castelforte” (cfr: www.lazio.beniculturali.it).

Il Giardino di Ninfa
Oasi del WWF.

“Uno splendido esempio di poesia e architettura medievale “Il giardino più bello e romantico del mondo” (New York Times).

Il Giardino di Ninfa è l’oasi realizzata dalla famiglia Caetani, sulle rovine dell’omonima città medievale, uno splendido esempio di poesia e architettura medievale che sorge ai piedi dei monti Lepini nella provincia di Latina.

L’antica cittadina, dove oggi sorge l’oasi, ebbe una vita travagliata: spesso contesa da varie casate venne più volte distrutta e ricostruita. Nel 1298 fu acquistata dalla famiglia Caetani e per un centinaio di anni contesa tra questi e i Borgia. Alla fine del 1300 cominciò la decadenza della città a causa soprattutto della malaria. Solo verso la fine dell’800 i Caetani ritornarono sui possedimenti: bonificarono le paludi, estirparono gran parte delle infestanti che ricoprivano i ruderi, piantarono i primi cipressi, lecci, faggi, rose in gran numero, e restaurarono alcune rovine, dando vita ad un giardino in stile anglosassone, dall’aspetto romantico.. All’interno del giardino di 8 ettari si possono ammirare oltre 1300 specie di piante tra cui 19 varietà di magnolia, betulle, iris acquatici e aceri giapponesi. A primavera, i ciliegi ornamentali fioriscono creando un’atmosfera fiabesca. Nel 1976, è stata istituita un’Oasi del Wwf a sostegno della flora e della fauna di questo luogo unico.Oggi l’oasi si presenta come una pittoresca rovina con avanzi di un castello, di palazzi, di chiese, di campanili medievali, il tutto abbracciato da una ricca vegetazione. Dal monte sgorgano abbondanti ruscelli che formano un laghetto.” (cfr: www.turismoroma.it).

Napoli
La città dei Borboni.

“La luce che sale dal mare e l’eterno e amatissimo panorama del Golfo sono il dolce benvenuto che Napoli dà a chi ha la fortuna di poterla avvicinare davvero. Non è facile conoscere Napoli, città intricata e bellissima, con un’energia che a tratti si confonde tra il frastuono delle strade nelle ore di punta e nelle chiacchiere animate tra i vicoli, al bancone dei caffè, ai tavoli delle pizzerie, alla folla sui mezzi pubblici. Sentire il ventre di Napoli è una esperienza forte. Ma c’è spazio per riprendere energie, trovare uno scorcio, allungare la vista sul Golfo e sul Vesuvio prima di tuffarsi nella città e coglierne i volti più autentici in un viaggio a più dimensioni.

Il centro storico di Napoli si “deve” scoprire a piedi. Il primo motivo è che la guida nel traffico sotto il Vesuvio è affare per driver esperti e navigati. Lasciamo perdere. Cerchiamo invece di assaporare le ricchezze che si concentrano tra Spaccanapoli e il Decumano superiore: strade strette, pedonali, piccole piazze su cui si affacciano antichi santuari e imponenti palazzi, e dove resistono antichi lavori e le botteghe artigiane sono quelle di sempre. Basta fare un giro a San Gregorio Armeno per capirlo. Il centro storico è un monumento a cielo aperto e come tale preso sotto l’ala Unesco tra i patrimoni dell’umanità. Un patrimonio che ha però due lati, come una medaglia preziosa. E poi c’è tanto altro da vedere…” (cfr: www.touringclub.it)

La reggia di Caserta.
La dimora del re.

“Voluta da Carlo di Borbone Re di Napoli nella seconda metà del XVIII, la Reggia di Caserta è stata costruita in una posizione strategica che la vede collocata nell’entroterra lontano dal mare ma poco distante dalla città di Napoli. Il Re voleva una reggia che fosse all’altezza dei complessi costruiti nelle altre capitali europee e che, in particolare, potesse rivaleggiare per bellezza e maestosità con la reggia di Versailles. Grazie al genio e alla creatività degli architetti Luigi e Carlo Vanvitelli, la Reggia è considerata non solo una delle attrazioni principali in Italia, ma anche uno degli edifici più sontuosi al mondo che richiama ogni anno quasi un milione di turisti in visita. Oltre al palazzo il sito è composto anche da un enorme parco che si estende per circa 120 ettari ed è caratterizzato da grandi viali, fontane con giochi d’acqua e stupendi giardini, per questi motivi vi consigliamo di riservare almeno una giornata intera per visitare questo bellissimo sito.

Elegante, regale e davvero maestosa, la Reggia di Caserta con i suoi bellissimi giardini è un complesso magnifico che rappresenta uno dei più bei capolavori dell’architettura italiana del XVIII secolo. Il sito non è stato solo palazzo di corte della famiglia Borbone ma è anche un museo dove poter ammirare affreschi realizzati da importanti artisti dell’epoca e collezioni di volumi risalenti risalenti al 1800. La visita alla Reggia è sicuramente una tappa da non perdere durante un viaggio in Campania dato che il complesso è stato anche dichiarato nel 1997 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO”(cfr: www.campania.info/caserta/reggia-di-caserta).

Pompei, Ercolano e Torre Annunziata.
Patrimonio universale UNESCO.

“Il sito del Patrimonio Universale include tre aree archeologiche distinte: le antiche città di Pompei ed Ercolano con la Villa dei Misteri e la Villa dei Papiri, in esse comprese e la villa A (villa di Poppea) e villa B (villa di L. Crasso Terzio) a Torre Annunziata (Oplontis). La vasta estensione della città commerciale di Pompei contrasta con i resti, più ridotti ma meglio conservati, di Ercolano, località di villeggiatura, mentre gli splendidi affreschi della Villa Oplontis a Torre Annunziata donano una vivida raffigurazione dell’opulento stile di vita di cui godevano i ceti più facoltosi agli inizi dell’impero romano.

L’eruzione del Vesuvio del 24 agosto 79 D.C. travolse le due prospere città romane di Pompei ed Ercolano, e numerose altre ville di lusso della zona.

Pompei è l’unico sito archeologico al mondo a fornire un quadro completo dell’antica città romana. Il forum principale è affiancato da diversi edifici pubblici imponenti, come il Capitolium, la Basilica ed i templi, e la città è anche attrezzata con bagni pubblici, due teatri ed un anfiteatro. Ma Pompei è famosa soprattutto per il suo unico insieme di edifici domestici, allineati lungo strade ben pavimentate. Fra tutti, l’edificio più importante di Pompei è forse la Villa dei Misteri, un’enorme costruzione che prende il nome dagli splendidi affreschi del triclinium, raffiguranti i riti di iniziazione (‘misteri’) del culto di Dioniso. Una delle caratteristiche peculiari di Pompei sono i numerosi graffiti sui muri. Numerosi edifici pubblici straordinari sono ben preservati ad Ercolano, tra cui una spaziosa palaestra, e due bagni pubblici. La Villa dei Papiri, appena fuori le mura, è una costruzione opulente: progettata con una serie di ‘cuniculi’ nel XVIII secolo, solo una piccola parte rimane accessibile. Nella città è anche degna di nota la gamma completa di botteghe, che tuttora contengono attrezzature tipiche, come delle enormi damigiane da vino.

Tali edifici vengono anche ricordati come “Ville dell’ozio” iscritte nella lista del Patrimonio Mondiale: ville e residenze costruite fuori dai centri urbani e dedicate ai cosiddetti ‘ozii’, alle arti, alla letteratura o al riposo lontano dai luoghi del potere. Questi edifici hanno spesso raggiunto forme architettoniche e artistiche tra le più alte e innovative, diventando espressioni di un’epoca. Tra le Ville dell’ozio rientra Villa Oplontis di Torre Annunziata” (cfr: www.patrimoniounesco.it).

Roma
La città del Papa.

Roma, comune più popoloso ed esteso d’Italia, si posiziona tra le maggiori capitali europee per grandezza del territorio.

È la città con la più alta concentrazione di beni storici e architettonici al mondo; il suo centro storico delimitato dal perimetro delle mura aureliane, sovrapposizione di testimonianze di quasi tre millenni, è espressione del patrimonio storico, artistico e culturale del mondo occidentale europeo e, nel 1980, insieme alle proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella città e la basilica di San Paolo fuori le mura, è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.

Simboli di questa magnifica città, oltre allo stemma comunale, sono la lupa capitolina, statua bronzea raffigurante la leggendaria lupa che allattò i due gemelli Romolo e Remo; il Colosseo, il più grande anfiteatro del mondo romano, riconosciuto, nel 2007, come una delle sette meraviglie del mondo moderno (unica in Europa); il Cupolone, la cupola della Basilica di San Pietro in Vaticano, che domina tutta la città e simboleggia il mondo cristiano.

Secondo la tradizione, Roma fu costruita sopra sette colli, la cui identificazione si perde nella storia delle origini della città, lasciando ancora dubbi tra gli storici. Il nucleo centrale e antico della città è costituito dagli storici sette colli: Palatino, Aventino, Campidoglio, Quirinale, Viminale, Esquilino” (cfr: www.turismoroma.it).